Il PNRR a meno di due anni dalla scadenza: la relazione semestrale della Corte dei Conti italiana

Il PNRR ha concluso l’anno con la consueta relazione semestrale della Corte dei Conti italiana al Parlamento italiano. Questa analisi, fornisce un quadro complessivo sullo stato di attuazione del Piano italiano e ne analizza diversi aspetti, tra cui il progresso delle riforme e investimenti previsti entro le scadenze concordate con la Commissione europea, nonché l’andamento della spesa. 

La relazione semestrale, pubblicata a inizio dicembre, rappresenta uno strumento fondamentale per valutare l’efficacia del PNRR e per indirizzare le future azioni correttive, assicurando che il piano possa realmente contribuire alla ripresa economica e sociale italiana. È importante ricordare che l’Italia beneficia di un totale di 194,4 miliardi da spendere entro il 2026: con l’avvicinarsi della scadenza europea, le informazioni presenti nelle analisi della Corte dei Conti diventano strumentali nell’evidenziare a che punto siamo con l’implementazione del Piano.

L’ultima relazione fornisce quindi una visione chiara in vista dell’inizio del 2025, un anno che l’Italia inaugura con un nuovo Ministro per gli Affari Europei, dopo il passaggio di Raffaele Fitto alla Commissione europea, mentre a Bruxelles si discute del futuro del PNRR e dei NextGenerationEU nel nuovo budget europeo, che entrerà in vigore nel 2028. La proposta della Commissione europea per il nuovo bilancio europeo è attesa per la prossima estate: per questo, analizzare lo stato di attuazione del Piano di Ripresa e Resilienza più grande in termini di finanziamenti dell’Unione europea è cruciale per riflettere sul futuro di questo strumento, essenziale per far ripartire gli Stati membri dell’Unione dopo la pandemia.

I dati a dicembre 2024

Nelle precedenti analisi, la Corte aveva più volte sottolineato i numerosi ritardi nell’implementazione e nella spesa del PNRR in Italia, dati da motivi che hanno più volte spinto il governo italiano a richiedere modifiche nel Piano per agevolarne l’attuazione. Le ultime modifiche sono state approvate il 29 ottobre scorso dalla Commissione europea, poi confermate il 18 novembre dal Consiglio europeo.

Fonte: Corte dei Conti

L’analisi del dicembre 2024 presenta le consuete informazioni generali relative all’avanzamento dei milestone e target del PNRR, e approfondiscono tre temi cruciali per cui i finanziamenti possono svolgere un ruolo fondamentale: il problema del disagio abitativo in Italia, le misure di efficientamento energetico degli edifici (con un focus sul Superbonus) e l’ammodernamento delle infrastrutture energetiche.

Bene il conseguimento degli obiettivi, ma la spesa rimane troppo lenta

Dai dati presenti riferiti al primo semestre del 2024 con alcuni anticipazioni sul secondo (in corso), emergono due punti chiave:

  • Il conseguimento degli obiettivi europei previsti nel percorso attuativo risulta in linea con le scadenze concordate con la Commissione europea, Nel primo semestre 2024, il tasso di avanzamento nell’attuazione del PNRR era del 43%, e risultano conseguiti tutti i 39 obiettivi europei in scadenza. Questo dato rappresenta un miglioramento rispetto alle analisi precedenti, che segnalavano un tasso di avanzamento inferiore.
  • Ciononostante, l’avanzamento finanziario rimane però più lento rispetto al cronoprogramma. Al 30 settembre, il livello della spesa ha superato il 57,7 miliardi cioè il 30% delle risorse del Piano e circa il 66% di quelle programmate entro il 2024. I dati sulla spesa destano preoccupazione, soprattutto considerando che l’Italia sta entrando nel penultimo anno di implementazione del PNRR. 

Nonostante i risultati relativi al conseguimento degli obiettivi siano più positivi rispetto alle analisi precedenti (con un incremento di 6 punti percentuali rispetto al semestre precedente), la lentezza della spesa solleva interrogativi sull’efficacia della gestione e sull’effettiva capacità di utilizzare in tempo le risorse a disposizione. Questo rallentamento finanziario rischia di compromettere l’efficacia del Piano, in un momento in cui l’Italia deve accelerare l’attuazione per raggiungere gli obiettivi prefissati entro il 2026. In più, rimangono 351 (oltre il 56 % del piano) scadenze da completare nei semestri a partire da quello in corso (secondo semestre) fino alla fine del Piano, compresa la missione 7 REPowerEU (tutte le scadenze sono fissate negli ultimi 5 semestri del Piano). 

Interessanti anche i dati relativi all’andamento delle riforme e degli investimenti: al 30 giugno, risultava completato il 63% delle 72 riforme previste nel PNRR, mentre il dato sugli investimenti è nettamente indietro nella sua attuazione, fermo al 6%. 

Fonte: Corte dei Conti

Il ruolo del PNRR per il miglioramento delle politiche abitative e dell’efficienza energetica

Nell’analisi della Corte dei Conti, le politiche relative alla casa e all’efficientamento energetico degli edifici sono evidenziate come elementi fondamentali, per i cui miglioramenti i finanziamenti previsti dal PNRR possono svolgere un ruolo fondamentale. Come sottolineato nell’ultimo report di MIRA Network, intervenire sull’efficienza energetica è una priorità chiave per accelerare il processo di decarbonizzazione nella transizione verde. Investire nel miglioramento degli edifici e della loro efficienza energetica non rappresenta una scelta soltanto ecologica, ma anche una soluzione economica e sociale che contribuisce a ridurre fenomeni quali la povertà energetica.

La relazione si sofferma sulle due misure del Piano italiano che sono più strettamente collegate agli ambiti di approfondimento e ne evidenzia gli aspetti da considerare. 

La misura principale legata alle politiche abitative nel PNRR è il Programma Innovativo per la Qualità dell’Abitare (PINQuA), con una dotazione finanziaria da 2,8 miliardi di euro, ulteriormente supportato dal Piano Nazionale Complementare. Il Programma mira a sviluppare politiche abitative per rispondere al fabbisogno abitativo primario, promuovendo sostenibilità, welfare abitativo, rigenerazione urbana, cura del patrimonio edilizio e housing sociale. PINQuA è volto a integrare obiettivi di sviluppo economico e sociale, migliorando l’accesso agli alloggi per le famiglie vulnerabili e sostenendo un sistema abitativo inclusivo e sostenibile. La parte di rigenerazione urbana prevede interventi mirati sugli edifici pubblici più energivori, migliorandone l’efficienza energetica e riducendo le emissioni.

Proprio su PINQuA, MIRA ha recentemente approfondito il caso positivo del Piano in Lombardia, un esempio di promozione della transizione per la rigenerazione urbana, a questo link.

Tuttavia, nonostante il Programma PINQuA sia riconosciuto per i suoi effetti positivi sulle problematiche relative al disagio abitativo in Italia, rimangono criticità per quanto riguarda la sua attuazione. Secondo l’analisi, oltre un terzo (361) del totale dei progetti rientranti in questa misura (961) per i quali ci sono dati disponibili è classificato in ritardo rispetto alla relativa programmazione, e l’80% di questi ritardi si concentra nelle fasi precedenti all’avvio dei lavori.

In relazione alla questione dell’efficientamento energetica degli edifici, la relazione riporta una panoramica sulla misura del Superbonus 110% e sulla totalità degli investimenti con lavori conclusi incentivati fino al 31 ottobre 2024. Il Superbonus,  la principale misura per l’efficientamento energetico degli edifici finanziata dal PNRR (con 13,73 miliardi di euro), ha permesso di realizzare interventi significativi di efficientamento energetico su un gran numero di edifici, portando a miglioramenti in termini di efficienza energetica e riduzione delle emissioni. 

Fonte: Corte dei Conti

La Corte ne riconosce i benefici, stimando che, dai dati ancora parziali pubblicati dall’ENEA, gli obiettivi della misura in termini di risparmio energetico e riduzione delle emissioni di CO2 siano stati ampiamente superati. Rimangono però le criticità emerse negli ultimi anni: un’analisi costi-benefici, restituisce un tempo di ritorno dell’investimento del Superbonus di circa 35 anni, non coerente con l’orizzonte di vita utile degli interventi incentivati. 

L’attuazione della strategia antifrode del PNRR 

Nella relazione viene inoltre evidenziata la centralità della strategia antifrode nel garantire trasparenza e correttezza nella gestione delle risorse del PNRR. Pur risultando in linea con le migliori pratiche internazionali, emergono margini di miglioramento, tra cui la necessità di completare i “Gruppi operativi per l’autovalutazione del rischio di frode” e di accelerare l’implementazione del Registro dei controlli, ancora parziale.

La Corte apprezza lo strumento di autovalutazione del rischio frode introdotto dall’Ispettorato generale per il PNRR, che supporta le amministrazioni nell’identificazione dei rischi, ma invita a rafforzare il coordinamento attraverso una rete antifrode condivisa. Altri punti critici riguardano l’adozione di indicatori sentinella (red flags), essenziali per individuare potenziali frodi, e la standardizzazione dei modelli di monitoraggio e registrazione delle irregolarità.

Infine, la Corte sottolinea l’importanza di completare il Registro dei controlli per censire le irregolarità legate alla spesa, colmando le attuali lacune, per evitare ritardi futuri nella verifica e nella rendicontazione.

Quali prospettive per iniziare il 2025?

Dalla relazione della Corte emerge una conclusione chiara e urgente: è necessario accelerare l’attuazione del Piano italiano. È fondamentale non solo raggiungere tempestivamente i milestone e i target previsti, ma soprattutto aumentare la velocità della spesa. La scadenza per completare questi obiettivi è fissata al 31 agosto 2026, e per rispettarla sarà cruciale adottare misure efficaci e tempestive che garantiscano l’utilizzo completo e ottimale dei fondi PNRR, anche alla luce del dibattito relativo al nuovo bilancio europeo, il Quadro Finanziario Pluriennale per il periodo 2028-2034.

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