Orientarsi nel mondo dei fondi pubblici

info utili per Associazioni, Comitati e gruppi informali
Per realizzare la transizione ecologica, servono investimenti enormi.

I fondi europei giocano un ruolo sempre più centrale nell’economia e nella politica italiana, considerando anche i pesanti vincoli fiscali dovuti all’elevato debito pubblico. Il fabbisogno di risorse fresche per sostenere la transizione energetica in Italia arriva a pesare centinaia di miliardi, in particolare, per garantire che la transizione sia socialmente e ambientalmente giusta.

L’Unione europea mette a disposizione degli stati membri ingenti fondi, fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi dell’European Green Deal, il pacchetto di iniziative strategiche promosse dall’UE per la realizzazione di una transizione verde e socialmente giusta. Per l’Italia, così come per gli altri stati membri dell’UE, i fondi europei sono quindi una fonte fondamentale di sostegno allo sviluppo economico e sociale del paese. I principali fondi europei inseriti nell’attuale budget dell’UE (il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027) a sostegno della transizione ecologica sono: i fondi della politica di coesione (i fondi strutturali dell’Unione europea) e il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

Nell’attuale panorama socioeconomico, l’importanza di un monitoraggio puntuale sulla gestione dei fondi europei e la pressione sulle Istituzioni e parti politiche coinvolte sono cruciali per garantire una spesa che sia sostenibile e giusta per la società e l’ambiente.

Fondi pubblici

QFP 2021 – 2027
(MMF – Multiannual Financial Framework)

1.270 miliardi di Euro

30%

destinato all’azione climatica

NextGenerationEU
(Recovery and Resilience FAcility)

807 miliardi di Euro

37%

destinato all’azione climatica

Fonte: consilium.europa.eu
Il kit strumenti per l'uso

MIRA ha creato un KIT strumenti dove trovare le info utili ed essenziali per comprendere meglio il mondo dei finanziamenti pubblici e aiutare chiunque voglia orientarsi nella comprensione di un eventuale caso, ossia un progetto in fase di pianificazione o realizzazione sul territorio nazionale, che solleva preoccupazioni riguardo alla possibile violazione di uno o più criteri.

Fondi europei

L’obiettivo del Kit è fornire gli strumenti necessari per comprendere le dinamiche e le implicazioni di questi progetti, permettendo di porre le basi per un intervento informato e consapevole, qualora si riscontrino irregolarità o preoccupazioni.

Per questa valutazione il “Kit strumenti per l’uso” è complessivo di:

  • Un’analisi approfondita dei criteri di valutazione sviluppati da MIRA;
  • Indicazioni pratiche su come monitorare e valutare i progetti finanziati con fondi pubblici;
  • Riferimenti normativi chiave e linee guida istituzionali per un’interpretazione corretta delle leggi vigenti.

Questo strumento si propone di essere una risorsa utile a cittadini, associazioni e professionisti che desiderano garantire la trasparenza e la legalità nei progetti finanziati con risorse pubbliche, promuovendo così una cultura della responsabilità e della partecipazione attiva.

Il Kit offre una guida dettagliata pensata per navigare con maggiore consapevolezza nel complesso mondo dei finanziamenti pubblici.

Di seguito un estratto di cosa trovi nel KIT, scaricabile integralmente a fondo pagina.
1
Trasparenza

La trasparenza rappresenta l’accessibilità totale ai dati e documenti delle pubbliche amministrazioni. Protegge i diritti dei cittadini, promuove la partecipazione amministrativa e facilita il controllo sull’uso delle risorse pubbliche.

È garantita tramite la pubblicazione dei dati sui siti istituzionali e l’accesso civico. I documenti devono essere aggiornati e disponibili per almeno cinque anni, permettendo un controllo democratico. L’accesso civico consente a chiunque di richiedere dati e documenti, rafforzando l’obbligo di pubblicazione.

Questi strumenti promuovono la trasparenza e la legalità nell’azione amministrativa, bilanciando la protezione dei dati personali. La trasparenza è essenziale per l’uso corretto dei fondi, soprattutto europei, prevenendo la corruzione e favorendo la fiducia dei cittadini. Facilita anche la condivisione di esperienze tra organizzazioni, ottimizzando l’uso delle risorse e promuovendo uno sviluppo sostenibile.

2
COINVOLGIMENTO DEI CITTADINI

Il valore e l’importanza della partecipazione dei cittadini nella definizione delle politiche e degli investimenti europei sono riconosciute dalle Istituzioni europee, che nel 2001 hanno inserito il Libro bianco sulla governance un esplicito rimando alla necessità di incoraggiare a una maggiore partecipazione pubblica. Nel caso del Green deal europeo, il contributo dei cittadini, della società civile e dei centri di ricerca è fondamentale per assicurare che le politiche implementate contribuiscano al benessere dell’ambiente circostante, così come per evitare che fondi pubblici siano destinati a progetti dannosi e per garantire le necessarie salvaguardie ambientali.

Se per alcuni fondi europei esistono regole che prevedono l’obbligo di coinvolgimento dei cittadini e della società civile nella pianificazione e implementazione degli investire, in altri casi la mancanza di regole imposte ai governi permette di svolgere pratiche di coinvolgimento della cittadinanza poco partecipative come, per esempio, le consultazioni brevi e mal organizzate.

3
Sostenibilità economica, ambientale e sociale

Il Green Deal europeo prevede il raggiungimento non soltanto di obiettivi finalizzati alla sostenibilità climatica, energetica ed ambientale, ma anche a quella economica e sociale. Difatti, le politiche hanno già portato a cambiamenti in molti settori, e continueranno ad avere effetti importanti sull’occupazione, sui mezzi di sussistenza, sulle condizioni di lavoro dei cittadini e sullo sviluppo delle competenze: Green Deal non vuol dire soltanto decarbonizzare l’Europa, ma anche affrontare le conseguenze economiche e sociali della transizione.

Sostenibilità ambientale, economica e sociale sono quindi tre elementi interconnessi tra di loro e di fondamentale importanza per garantire una transizione verde che sia anche sociale. Un progetto non deve essere solo economicamente sostenibile, cioè basato su una gestione efficiente delle risorse finanziarie, ma deve anche contribuire al benessere sociale della comunità coinvolta e promuovere l’uso sostenibile delle risorse naturali.

4
Valutazione di Impatto Ambientale completa

La Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) è una procedura fondamentale per analizzare gli effetti potenziali di determinati progetti su ambiente, biodiversità, patrimonio culturale, popolazione e salute umana.

Il principio cardine della VIA è la prevenzione degli effetti negativi dei progetti sull’ambiente. Per progetti s’intendono: costruzioni, impianti, opere e interventi che influenzano l’ambiente o il paesaggio, inclusi nuovi sviluppi e modifiche esistenti.

Gli obiettivi della VIA includono:

  • Proteggere e migliorare la salute pubblica e la qualità della vita.
  • Mantenere la capacità riproduttiva degli ecosistemi.
  • Salvaguardare la biodiversità.
  • Promuovere l’uso di risorse rinnovabili.

Il Decreto Legislativo n. 152/2006 prevede la VIA a due livelli istituzionali:

  • statale, che si applica ai progetti in elenco nell’Allegato II del decreto e alle opere strategiche per la transizione energetica, incluse nel PNRR e nel PNIEC — Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima;
  • regionale, che si applica ai progetti in elenco nell’Allegato III del decreto.

La procedura è gestita a livello statale dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con il coinvolgimento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. A livello regionale, l’autorità competente è designata dalle leggi regionali o dalle Province autonome.

5
Rispetto del principio Do No Significant Harm (DNSH)

Il principio del non arrecare un danno significativo all’ambiente (Do No Significant Harm) è un principio della politica europea che si applica agli investimenti con lo scopo di valutare se questi possano arrecare o meno un danno alle risorse ambientali. Il principio è stato introdotto per la prima volta nell’articolo 17 della Tassonomia europea, la classificazione comune a tutti i membri dell’UE di quelle attività economiche che possono essere considerate sostenibili da un punto di vista ambientale.

Gli obiettivi ambientali stabiliti dal principio DNSH sono delineati nel contesto del sistema di tassonomia delle attività ecosostenibili e sono connessi ad accordi internazionali, quali l’accordo di Parigi e il Green Deal europeo.

Nel 2021, il DNSH è stato inserito all’interno del Regolamento che istituisce il Dispositivo di ripresa e resilienza: si applica obbligatoriamente a tutte le riforme e investimenti previsti dal piani nazionali di ripresa e resilienza degli stati dell’UE, ed è quindi condizione necessaria per accedere ai finanziamenti europei previsti dal PNRR. Sulla scia dell’esperienza del PNRR, il DNSH è stato anche inserito tra i principi orizzontali che si applicano alle misure finanziate dai fondi della politica di coesione del periodo 2021-2027.