Torniamo a parlare del caso Acquedotto del Peschiera, in vista del 13 febbraio, data entro cui scadranno i termini della Conferenza di Servizi per l’approvazione del progetto “Nuovo Tronco Superiore Acquedotto del Peschiera – dalle Sorgenti alla Centrale di Salisano”.
L’Acquedotto Peschiera-Le Capore rappresenta un’infrastruttura idrica essenziale, che fornisce acqua a oltre tre milioni di abitanti di Roma e dei comuni limitrofi. Nel 2022 è stato approvato il progetto di raddoppio, che aumenterà la portata da 13.500 a 18.000 litri al secondo (l/s), con un investimento di 1,2 miliardi di euro, in parte finanziato con fondi europei. Tuttavia, un maggiore prelievo dalle sorgenti del Peschiera e Le Capore rischia di compromettere la portata naturale dei fiumi Velino e Farfa, con potenziali impatti ambientali gravi: perdita di biodiversità, riduzione della qualità dell’acqua e squilibri negli ecosistemi fluviali.
Per approfondire, leggi il nostro articolo: Il Caso: Acquedotto della Peschiera.
Il 13 febbraio i Comuni di Rieti, Cittaducale e Castel Sant’Angelo saranno chiamati a esprimersi sulla compatibilità dell’opera con gli usi civici, un’occasione importante per salvaguardare le risorse idriche del territorio reatino. Rivendicare l’uso civico sulle acque consentirebbe di evitare ulteriori prelievi oltre gli attuali 8.800 (l/s), un passo necessario per tutelare l’agricoltura della piana reatina e le comunità locali.
Dal territorio, PosTribù Onlus ha ribadito la gravità del progetto di raddoppio proposto da Acea S.p.a., definendolo un rischio per il futuro delle risorse idriche. “Non comprendiamo il senso di alcune iniziative, pur lodevoli, come la candidatura FAO per il paesaggio della piana reatina, se non si tiene conto di quanto sta per accadere alle sorgenti del Peschiera – afferma l’Associazione – soprattutto considerando i gravi impatti del progetto”. PosTribù ha inoltre denunciato l’assenza al progetto di una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), obbligatoria per legge, ma mai avviata.
Anche Coldiretti Lazio, già lo scorso mese agosto, aveva sottolineato come il raddoppio porterebbe “enormi vantaggi per Acea e nessuno per il territorio”, privando i Comuni dell’ATO3 Rieti di risorse d’acqua vitali e mettendo a rischio le attività agricole e ricreative della zona, avanzando, per affrontare queste criticità, richiesta per un confronto con il Commissario Straordinario alle grandi opere, Massimo Sessa.
L’appello e la preoccupazione della società civile e delle associazioni del territorio è chiaro: serve una presa di posizione decisa per salvaguardare il territorio e prevenire nuovi disastri ambientali.