Nelle giornate di domenica 27 e lunedì 28 ottobre si terranno le elezioni regionali in Liguria. I cittadini saranno chiamati alle urne per eleggere il Consiglio regionale e il Presidente della giunta regionale.
Queste elezioni anticipate, a causa delle dimissioni del Presidente uscente Giovanni Toti, in seguito al suo coinvolgimento in un’inchiesta della Procura di Genova con le accuse di corruzione per l’esercizio della funzione e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, vedranno la partecipazione di nove candidati alla presidenza e di 570 consiglieri.
Le elezioni sono cruciali per decidere l’orientamento e priorità di alcune delle più urgenti questioni che riguardano la Regione Liguria, tra cui la necessità di accelerare il passo verso una transizione verde sia modernizzando il settore energetico di diversi ambiti (dalla mobilità, all’efficientamento energetico degli edifici), oltre che garantire un’indipendenza da petrolio, gas e altri combustibili fossili, che impatta negativamente sulle spese pubbliche e private, nonché sulla salute dei cittadini.
La transizione verde rappresenta una risposta fondamentale alle sfide poste dai cambiamenti climatici e dal degrado ambientale ed è una priorità dell’Unione Europea, centrale nella strategia del Green Deal europeo, che mira a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 includendo misure per la decarbonizzazione dei settori energetico e industriale, la promozione di energie rinnovabili, l’efficienza energetica e il miglioramento della qualità dell’aria.
La Liguria però, ad oggi, è in ritardo rispetto ad altre regioni italiane nel percorso verso una transizione verde. Secondo i dati ufficiali del GSE, infatti, la regione occupa l’ultimo posto in Italia per consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili.
Per esempio, come si evince dall’ultimo Piano Energetico Ambientale Regionale della Liguria (il PEAR 2014-2020) solo il 7,9% del fabbisogno energetico della Liguria nell’anno 2020 era coperto da fonti rinnovabili; unica regione in Italia sotto alla quota del 10%. Questo ritardo colloca la Liguria in una situazione di deficit energetico rispetto ad altre regioni italiane, evidenziando la necessità di accelerare la transizione verso l’energia pulita.
In più, con la recente revisione della Direttiva sull’Energia Rinnovabile III entrata in vigore nel 2023, è stato posto l’obiettivo europeo di portare la quota di energie rinnovabili al 42,5% del consumo finale del fabbisogno energetico europeo con energia rinnovabile entro il 2030. Come si evince dall’analisi di Cittadini Sostenibili, in Liguria, questo significherebbe dover passare da una quota inferiore all’8% al 30% entro il 2030. Per colmare un divario così importante è fondamentale che i fondi a disposizione della Regione vengano spesi in modo tale da garantire un’efficace transizione energetica verso l’energia pulita, rinnovabile e accessibile, e quindi riportare la Liguria sulla strada giusta verso gli obiettivi di neutralità climatica europei.
I fondi europei che sono a disposizione in questo momento dell’Italia e delle regioni italiane rappresentano una risorsa fondamentale per supportare questo processo di transizione in Liguria. Per esempio, dal solo PNRR, arrivano alla regione 8,1 miliardi di euro, di cui 628,6 milioni di euro destinati direttamente alla transizione ecologica. A questi si sommano i 630 milioni di euro derivanti dai fondi di coesione europei, in particolare dal Fondo europeo di sviluppo regionale, che destina una dotazione di 188 milioni di euro all’obiettivo di policy 2, “Un’Europa resiliente, più verde e a basse emissioni di carbonio”.
Secondo le regole europee, il PNRR e il Fondo europeo di sviluppo regionale dovrebbero stanziare rispettivamente il 37% e il 30% delle proprie risorse a investimenti che contribuiscano al cambiamento verde. Difatti, questi fondi dovrebbero essere destinati agli investimenti realmente trasformativi, come la creazione di infrastrutture sostenibili, alla promozione dell’energia rinnovabile e all’efficientamento energetico degli edifici, ma le scelte della Regione Liguria non sempre hanno rispecchiato la coerenza con questi obiettivi. E’ il caso di alcune opere come la Diga Foranea di Genova, la Funivia per forte Begato o il progetto del rigassificatore di Savona/Vado Ligure che, secondo associazioni del territorio e nazionali, non favorirebbero la transizione energetica, ma anzi rappresenterebbero progetti che violano alcuni requisiti ambientali senza apportare benefici reali alla trasformazione della regione, e vengono finanziati da fondi che avrebbero potuto essere dirottati verso iniziative più direttamente legate alla sostenibilità. Nei casi sopra citati le osservazioni sono molteplici: oltre a un tema di sicurezza, nel caso di Savona/Vado Ligure, le associazioni che si oppongono alla costruzione dei progetti citati perché non ritengono essere in linea con una visione di sviluppo sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Piuttosto che puntare su infrastrutture invasive e costose, suggeriscono soluzioni più ecocompatibili che rispettino il territorio e incentivino l’installazione di energie rinnovabili.
Proposte dal territorio per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo: soluzioni sostenibili e alternative locali
Per colmare il divario energetico interregionale e passare a un sistema basato al 100% sull’energia pulita nel raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2030, l’associazione Cittadini Sostenibili lancia il progetto “Liguria Rinnovabile”, un’iniziativa che mira a promuovere e accelerare la transizione energetica in Liguria. Cinque azioni chiave, per colmare il divario che rende la Liguria l’ultima regione in Italia in termini di produzione e consumo di energia pulita (Fonte: Rapporto statistico di monitoraggio GSE 2012-2020).
Tali azioni rappresentano un’opportunità che la nuova giunta regionale potrebbe integrare nei propri programmi. Il progetto prevede un documento dettagliato con le misure necessarie a livello regionale, da oggi al 2030, per garantire una transizione energetica che favorisca sia le imprese locali che tutte le comunità coinvolte. Le 5 azioni chiave proposte sono:
- Accelerazione nell’installazione di fonti energetiche rinnovabili: installare almeno 2,5 GW di nuove rinnovabili in Liguria entro il 2030 (principalmente solare ed eolico)
- Supporto economico all’efficientamento energetico degli edifici e al passaggio alle pompe di calore in sostituzione delle caldaie a gas
- Rafforzare il Trasporto Pubblico Locale e favorire la mobilità attiva (in bici o a piedi) e in sharing: ridurre il traffico nelle grandi città ci aiuterà ad avere meno inquinamento dell’aria e maggiore fruibilità degli spazi pubblici
- Condivisione dei benefici economici delle fonti energetiche rinnovabili con la cittadinanza e le comunità locali: i benefici dovrebbero andare innanzitutto alle comunità più impattate dai nuovi impianti
- Stabilire una quota per gli accumuli energetici necessari al 2030
Il percorso per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2030 richiede uno sforzo collettivo e una spesa efficace dei fondi pubblici, compresi quelli europei. La Liguria ha ancora ampi margini di miglioramento, e con una corretta gestione dei fondi e una chiara visione per il futuro, può riallinearsi verso la transizione giusta.
Le prossime elezioni regionali rappresentano quindi un momento cruciale per stabilire le giuste priorità e orientare la regione verso una transizione energetica sostenibile e inclusiva.